Pagina:Deledda - Sole d'estate, 1933.djvu/170

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Eppure fu proprio quel giorno che, dopo la solita siesta, mi alzai con un forte dolore alle spalle; un dolore sordo, che penetrava fino al petto e produceva un raschiamento di gola con un rigurgito di sapore aspro e amaro: mi pareva di aver ingoiato del verderame e che l'odore della coperta mi stagnasse nella cavità del naso. Pensai alla zia e al suo malaugurio, ma anche al freddo sentito alle spalle il giorno prima, in una gita in campagna.

Aumentando il male ritornai a letto, e si mandò a chiamare il dottore. Era un nostro buon amico, il dottore, e quando veniva a trovarci per semplice visita voleva sempre un bicchiere di vino spumante per augurarci buona salute e lunga vita. Ma non fu lui che precisamente questa volta venne: forse non era in paese, e mandava un suo sostituto: il quale arrivò verso sera, ed entrò in modo insolito e strano nella mia camera silenziosa.

La sua figura altissima, più che altro per le lunghe gambe che parevano di legno, apparve da prima nel vano della vetrata del