Pagina:Deledda - Sole d'estate, 1933.djvu/205

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infatti riluce dietro le siepi della strada, fra squarci di cielo infiammato, e pare un complice del tentatore; poiché l’involto e le scatole prendono subito un altro colore; ed anche la corda, che le dita robuste e insieme agili dello stracciaiolo slegano con sapiente esperienza, ha qualche cosa di vivo, di premuroso, quasi abbia piacere di appagare la nostra curiosità.

Curiosità che però deve frenarsi e pazientare, perché nel sacco, quando i suoi lembi, arrotondati come enormi labbra, si spalancano per insegnarci un’espressione di meraviglia, s’intravvede appena un barlume giallognolo di carta straccia; ma sollevato questo primo velame le sorprese cominciano. Altro che rifiuti e oggettini ritrovati nel bosco!

Qui c’è un bellissimo e rotondo vassoio che fa come da coperchio all’interno del sacco; e che il mercante (oramai è tempo di chiamarlo così) tira fuori e rivolta con abile gesto, agitandolo non forse per liberarlo da qualche granellino di polvere, ma per fargli accogliere il riflesso del sole, come uno specchio per le allodole.

E il vassoio, infatti, desta immediatamente le nostre brame, che d’un tratto, da scettiche e burlesche, diventano serie. Si ha proprio bisogno di un oggetto simile, in casa,