Pagina:Deledda - Sole d'estate, 1933.djvu/256

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e vera amica; tu che tratti il mio corpo come un corpo santo, che in esso rivedi appunto la divinità del Cristo crocefisso; e scherzando affermi di essere, e lo sei davvero, la mia seconda balia. E credi ciecamente nei miei sogni perché sai che l'anima, quando riesce a staccarsi dal corpo dolente, spazia nel regno della verità inconoscibile all'uomo che crede di essere sveglio e vivo solo perché sono svegli e vivi i suoi sensi mortali.

*

Ma Lina quel giorno non venne. S'era ammalata anche lei e mi mandò a dire che le dispiaceva solo perché non poteva assistermi. Non so; un senso quasi di rispetto m'impedì di comunicarle, per mezzo della suora che l'aveva sostituita, i numeri sognati: un caso, che, come del resto molti casi della vita, ha dell'incredibile, e a me prima di tutti sembra grottescamente inverosimile, mi diede però lo stesso giorno il modo di liquidarli.

Era il primo giorno che mi si permetteva di alzarmi, e già qualche persona di mia