Pagina:Deledda - Sole d'estate, 1933.djvu/72

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gli anni ripete la stessa storia. E che vada pure; ina la vorrei vedere a mietere, ad arrampicarsi sui gelsi per cogliere la foglia, ad attingere acqua dal pozzo, a.... a....

Uno scoppio di riso satiresco gli sconvolse il viso congestionato: e avrebbe riso anche la signora Annetta se lo sdegno, ed anche la meraviglia per il coraggio impudente del padrone, non le avessero destato piuttosto un immediato desiderio di vendetta. Disse, a denti stretti:

— Parla di me? Ma lei si sente male, stamattina; e più male si sentirà quando le avrò detto che è proprio lei che deve andarsene, di qui, e in conseguenza deve sloggiare anche la povera Annetta.

— Ma dove vuole che andiamo? Al manicomio?

Allora la donna non parlò più: con lentezza crudele, dopo aver deposto per terra l’aragosta, si frugò nelle tasche profonde e ne trasse un ritaglio di giornale: lo spiegò, lo decifrò, come cosa che riguardasse lei sola, infine lo mise sotto gli occhi del vecchio. Ed egli vide un disegno topografico, con strade, muri, piazze, edifizi, segni cabalistici: aveva le branche come l’aragosta; e sotto c’era scritto:

«Nuovo piano regolatore».