Pagina:Dell'obbedienza del cavallo.pdf/112

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84 Parte

ditate, e cagionerebbe appunto ciò che deve sfuggirsi a qualunque costo; cioè di darli motivo di disgusto, perchè in vece di farli perdere il sospetto per una tale offesa, verrebb’egli a confermarsi maggiormente in esso.

Messa che li sia la cavezza, si conduca il Polledro con essa a mano, tenuto almeno da due persone, perchè non possa loro scappare, e se tenta di farlo si tenga forte, tanto che si fermi e si acquieti, sempre lusingandolo con la voce accarezzante; poi si allenti immediatamente la corda, subito che si è fermato, per toglierli quella suggezione, da cui ha preteso di esimersi con la forza; e ciò perchè conosca, che solo col cedere può ottenere il suo intento, e che quanto maggiore è il suo sforzo, tanto maggiore è l’opposizione a cui va incontro.

Tenutosi così un poco fermo, dopo averlo accarezzato, ed offertali un’ poco d’erba, li si rifaccia fare due altri passi, e nuovamente si fermi e si riaccarezzi, e di nuovo li si riofferisca l’erba; nulla importando che non la curi, poichè basta che conosca la carezza; si lasci allora andare in terra la corda, perchè possa andare a rimbrancarsi con i compagni, stracinandola seco, che così verrà a perdere più presto il sospetto; e nel sentirsi tenere, quando gli accade di mettervi sopra i piedi, impari a cedere e ad abbandonarne il contrasto; ed il simile si faccia a tutti gli altri. Tenuti così


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