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Seconda. 113

sere eseguite, che a seconda del meccanismo stato accordato dalla natura alla costruzione della macchina, così alla sola potenza motrice, che deve dar moto e forma ad esse, è stata anche concessa ad esclusione d’ogn’altro, la cognizione del meccanismo medesimo, perchè possa ad esso uniformarsi nell’eseguire il suo incarico.

Questa è la legge, che la natura ha prescritto alla macchina che compone il Cavallo, ed a questa istessa legge è appoggiato il nuovo mio metodo, e però, facile, spedito, e sicuro.

Se dunque alla potenza motrice solo è stata accordata la cognizione privativa del meccanismo della macchina del Cavallo, com’è possibile mai, che possa cadere in mente umana che non sia priva di raziocinio la presunzione di mescolarsi alla cieca nell’ingerenza sua, con pretendere d’obbligarla ad agire diversamente da quello che esige il suo incarico e contezza?

Non può certamente il Cavallerizzo prendere parte alcuna nell’ingerenza della potenza motrice, poichè da ogni piccola resistenza ch’ella incontri nella sua tenuta di mano viene da essa immediatamente alterata l’azione, o impedita del tutto l’opera della medesima; e di qui ha origine l’applauso che risquote nelle Cavallerizze il temperamento di mano, fino a credersi grazia gratis data dalla natura, perchè questi lascia in piena libertà la potenza motrice di agire a suo talento, nel tempo istesso che il Ca-


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