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Seconda. 169

smo, come si vede tutto giorno, che fanno i Cavalli vecchi nelle scuole, quando sono montati dagli scolari.

E si potrà anche con esse prevalere il Cavallerizzo de’ medesimi scolari per mantenere i Polledri nell’esercizio sopraddetto, senza pericolo che fieno guastati, e con il vantaggio, che non solo servano alla scuola con piacere delli scolari desiderosi sempre di mutar Cavalli e operazioni, ma anche, che non stiano in stalla oziosi, e con aggravio inutile come si è detto.

Chi non vuole avere la sofferenza di fare agire il Polledro senz’uomo addosso, tanto che si renda capace di potere eseguire le azioni con esso sopra, e pretende d’altronde ch’ei faccia ciò che non può fare per mancanza di forza, stante la tenera età, o per difetto di prontezza d’elasticità, per non essere stata ridotta dall’esercizio alla necessaria scioltezza, ributtano Polledri della maggior abilità; altri poi più intendenti conoscendo la causa del rifiuto dell’obbedienza, li tengono oziosi nella stalla, finchè non abbiano acquistata la necessaria forza, e cominciano a far loro la scuola, quando dovrebbero darli termine.

Questo è appunto il motivo, per cui io non gli obbligo mai al peso da principio, e non mi servo che del passo, usando seco loro tutta la flemma e sofferenza possibile; ed a proporzione poi, che il polledro acquista attività, e scioltezza lo fo passare al trotto, e indi al galoppo, e


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