Pagina:Dell'oreficeria antica.djvu/72

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rono il Calandrelli, il Pistrucci, il Girometti, il Picker e moltissimi altri. Questi con le loro opere emularono gli antichi, e furono artisti il cui nome vivrà quanto i camei da essi scolpiti. Ma oggimai la scuola da essi fondata già si trova in iscadimento, e se i facoltosi non si staranno dal volere camei duri per meschini prezzi, si può prevedere che presto abbia a cessar del tutto.

Ritornando a’ camei antichi, il gran numero delle imitazioni e falsificazioni di questi rende per poco impossibile il dar sentenza certa dell’epoca alla quale un cameo nuovamente trovato o offerto appartenga. Il carattere più veramente proprio degli antichi è un lor metodo di operare in quest’arte facendo il rilievo, perciocchè usavano la punta di diamante sulla gemma in quel modo stesso che il cesello nei metalli, e lasciavano i contorni del disegno perdersi nel fondo, con notevole differenza dai camei del tutto moderni, il cui intaglio apparisce più contornato e staccato dal fondo, essendo nelle linee men libero e più preciso. È però da osservare che gli artisti del medio evo conservarono l’antico metodo, ed i lor lavori diversificano dagli altri per un fare più morbido, e perchè il rilievo ne è rotondato e pulito fino ad estrema lucidezza, per guisa che nelle parti sporgenti somigliano a bianca cera scolpita e attaccata al fondo gemmato. Insomma i camei tutti si potrebbero dividere in cinque diverse qualità: gli antichi, quei del medio evo, que’ del decadimento, que’ della scuola classica moderna, e gli odierni. Rari e quasi sempre