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Pagina:Della Casa - Opere varie, 1855.djvu/161

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ORAZIONE PRIMA SCRITTA A CARLO V. IMPERADORE INTORNO ALLA RESTITUZIONE DELLA CITTA’ DI PIACENZA

Siccome noi veggiamo intervenire alcuna volta, sacra maestà, che quando o cometa o altra nuova luce è apparita nell’aria, il più delle genti rivolte al cielo, mirano colà dove quel maraviglioso lume risplende; così avviene ora del vostro splendore, e di voi, perciocchè tutti gli uomini, e ogni popolo e ciascuna parte della terra risguarda in verso di voi solo. Nè creda Vostra Maestà, che i presenti greci e noi italiani, ed alcune altre nazioni dopo tanti e tanti secoli si vantino ancora e si rallegrino della memoria de’ valorosi antichi principi loro, ed abbiano in bocca pur Dario e Ciro e Serse e Milziade e Pericle e Filippo e Pirro e Alessandro e Marcello e Scipione e Mario e Cesare e Catone e Metello; e questa età non si glorii e non si dia vanto di aver voi vivo e presente: anzi se ne esalta, e