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Pagina:Della Nuova Istoria.djvu/105

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LIBRO SECONDO 89

governi, assegnò a un prefetto del pretorio tutto l’Egitto con la Pentapoli della Libia, l’Oriente infino alla Mesopotamia, ed inoltre i Cilici, i Cappadoci, gli Armeni e tutta la marittima piaggia dalla Pamfilii a Trapezunte ed ai castelli vicini alla Faside, unitavi a simile la Tracia e la Alisia, circoscritta dai confini de’ monti Emo e Rudupe e della città Doberi; aggiuntovi di più Cipro e le isole Cicladi, eccettuate Lemno ed Imbro e la Samotracia. Diede al secondo il governo de’ Macedoni, de’ Tessali, de’ Cretesi, della Grecia colle isole circostanti, d’ambo gli Epiri, degli Illirj, e Daci, e Triballi, e Pannonj insino a Valeria ed alla Mista superiore. Pose il terzo al reggimento di tutta l’Italia, della Sicilia colle prossimane isole, della Sardegna, della Corsica e dell’Africa dalle Sirti fino a Cirene. Il quarto in fine ebbe i Celti di là dalle Alpi, e gli Ispani coll’isola Britannica. Scompartita non altramente l’autorità de’ prefetti applicossi con diligenza a scemarla vie più in altre guise. Conciossiachè per lo innanzi avuto avendo in ogni



    il più ampio potere dopo quello imperiale, a cercare in tutti li modi possibili di conciliarsi gli animi della soldatesca, per quindi mettere io iscompiglio, eccitato dalla speranza dell’impero, ogni cosa. E di vero giunto una volta a presiedere così alla militare disciplina, come alla dispensagione degli stipendj, corresi pericolo non egli, colta l’opportunità, valgasene ad ascendere il trono, di nulla manchevole per conseguire l’intento, costringendo le milizie o col timore de’ gastighi, o coll’allettamento de’ premj a secondarlo. Egli dunque riparovvi col solenne proverbio de’ politici: Dividi e comanda. T. S.