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128 | ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA |
Pervenuto a Naiso iva cogli aruspici indagando le operazioni avvenire, e le viscere mostrandogli di non sollecitare la partenza, obbediva. Datosi intanto ad osservare il tempo indicatogli dal sogno, quando esso parve accordarsi coi movimenti degli astri ecco arrivare, mentre ancora soggiornava colà, una moltitudine di cavalieri venuti da Costantinopoli con la nuova della morte di Costanzo, e la volontà degli eserciti addimandanti Giuliano all'impero.
Laonde conosciuto il celeste dono ripiglia il sospeso viaggio, ed accostatosi a Bizanzio è da tutti con giulivi applausi accolto, chiamandolo cittadino ed allievo, perchè nato presso di loro e pur ivi educato. Rivolte quindi le sue cure all'esercito ed a ristaurare la città, permise a questa di avere un senato simigliante al Romano; fabbricovvi parimente un vastissimo porto a difesa delle navi battute dall'Austro, un portico, anzi della figura d'un greco sigma (Σ) che rettilineo, donde si arriva al porto; costruì eziandio in quello della reggia una biblioteca deponendovi tutti i libri portati seco; dopo di che fece gli apprestamenti necessari ad intraprendere la Persiana guerra. Trattenutosi dieci mesi in Bizanzio e creati comandanti Vittore ed Ormisda consegnando loro tribuni ed eserciti, calcò la via d'Antiochia. Ommetto di esporre la tranquillità ed il buon ordine osservato dalle truppe nell'andare da luogo in luogo, sapevoli che mal addicevasi a militanti sotto l'imperatore Giuliano il comportarsi arrogantemente e contra il proprio decoro.
All'entrare in Antiochia ebbevi dalla popolazione