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10 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA

Il vittorioso Antonino1 vendicatosi di coloro, quasi nemici, che seguito aveano le parti di Macrino, pigliò a menare turpe e ribalda vita in mezzo a cerretani e maghi. I Romani pertanto mal comportandone la sfrenata licenza e l’alterigia dierongli morte, e smembratone il cadavere posero in trono Alessandro discendente pur egli dalla famiglia di Severo. Questi, ancor giovinetto, d’ottima indole ed animante ognuno a sperar bene sotto il suo governo, creò prefetti del pretorio Flaviano e Cresto, personaggi sapevoli di strategia e capaci di amministrare ottimamente le civili bisogne. Se non che dalla imperiale genitrice aggiunto loro a soprantendente e quasi compagno Ulpiano, sommo giureconsulto ed assai profondo nel dirigere gli affari della giornata, e provvedere agli eventi futuri, le truppe adiratesi tramargli clandestina morte. Mamea, informatane, a prevenire tali macchinazioni fa torre la vita agli autori di sì malvagi consigli, e quindi la prefettura del pretorio è soltanto a lui commessa. Ma venuto pur egli in uggia agli eserciti (nè posso indicarne la precisa cagione variando in proposito gli scrittori) e congiuratogli contro, giace spento, l’imperatore stesso adoperatosi indarno a recargli soccorso.

I militi quindi, a poco a poco disaffezionata la persona d’Alessandro, lenti mostravansi a farne i comandi, e nel timore non fosse castigata lor codardia provocavano a tumulti; ammutinatisi finalmente, inal-

  1. È questi l’Eliogabalo, nomato dalla romana plebe Tiberino, Truttisio, Impuro. V. Lampridio.