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140 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA

militoni, ed uccise uno dei tre tribuni con parecchi militi da lui comandati: messo di più in fuga il resto pigliò un vessillo con figura di drago, solita dai Romani portarsi in guerra. L’imperatore alla nuova non seppe frenare lo sdegno, ed ito presto, come trovavasi, ad incontrare quelle schiere, costrinsele, quanti in esse poterono campare la vita, a dare le spalle, e ricuperato lo stendale caduto in lor mani, accostossi alla città, ove il nemico, poste insidie, vinto avea gli esploratori, ed entratovi l’arse. Al duce poi che abbandonato avea il vessillo, anteponendo la propria salvezza alla magnanimità Romana, tolse il cinto, ed unitamente ai fuggitivi compagni notollo d’infamia.

Proseguito di là in barca il cammino giunse ad un castello non lontano dalla città nomata Fissenia. Vicino al suo muro aveavi grande fossa dai Persiani empita d’acqua coll’introdurvene abbondevolmente derivandola dal prossimo fiume nomato Naarmalca1. Trapassatala, non destando verun timore di moleste sorprese, avviossi per un sentiero fatto ad arte palude, credendo i Persiani col canale e col l’acqua mandata per la regione di aver posto insuperabile ritegno all’approcciare del nemico:, egli non di meno a corsa precedendo alle truppe, queste teneangli dietro coll’acqua infino alle ginocchia, il pudore non permettendo loro di mostrarsi renitenti a seguire l’imperiale esempio. Tramontato il sole

  1. Tal nome di conio in ebraico signisica fiume regale. T. S.