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12 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA

cambiato avendo un moderato governo con acerba tirannia. Poiché Massimino, di basso lignaggio, ammantatosi non a pena di porpora, fidando nel potere ed oscurando le virtù ricevute dalla natura in dono1, rendeasi insopportabile non solo co' suoi ingiuriosi modi verso i personaggi in dignità costituiti, ma eziandio col trattare crudelissimamente gli affari e coltivare, ad eccezione di ogni altro, li calunniatori dinunzìanti que’ vogliosi di quiete come in debito verso al fisco imperiale. Passato in fine alle stragi dichiarava in proprio tutte le città per ispogliarle de' loro beni municipali.

Laonde i popoli ai Romani soggetti comportavanne assai a malincorpo le sevizie, e de’ manifesti usurpamenti non poteano a meno di attristarsi. Il di che i Libici, nomati ad imperatori Gordiano ed il figlio, spedirono a Roma, unitamente ad altri ambasciatori, Valeriano, uom consolare e poscia salito in trono. Il senato, di ottimo grado approvate le antecedenti cose, apparecchiavasi a discacciare il tiranno, eccitando le truppe alla ribellione, e rammentando al popolo le villanie dai singoli in privato e da tutti pubblicamente sofferte. Avutosi concorde il generale parere, e cerniti dal corpo senatorio venti personaggi valenti nelle imperiali funzioni, costituisconsi intra di essi due con sommo potere, Balbino e Massimo2, e speditili a Roma pronti si tengono alla difesa.

  1. Erodiano ed il Silburgio non ammettono vestigio alcuno di virtù in Massimino.
  2. Detto eziandio Pupieno.