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LIBRO QUARTO 165

popoli ed altre magistrature, compreso nel numero eziandio Sallustio, ed eccettuati unicamente Arinteo e Vittore, che proseguirono a ritenere come duci il militare comando. Gli altri uffizj poi furono a sorte conferiti a chi seguiane le parti, e si parea da retta considerazione addimandato questo spediente, acciocchè se avessevene alcuno convinto per giuste querele reo, subir dovesse il meritato gastigo senza fiducia di perdono.

Dopo i riferiti ordinamenti Valentiniano diviso col fratello l’impero deliberò cedergli l’orientale governo, sino all’Egitto, alla Bitinia ed alla Tracia, ritenendosi oltre il reggimento delle città Illiriche, passato in Italia, le costei città ad [uno colle nazioni di là dalle Alpi, colla Spagna, coll’isola britannica e l’Africa. Partito di questo modo l’impero egli principiò ad amministrarlo severissimamente, distribuendone con saggezza le magistrature, e richiedendo col massimo rigore i tributi e la militare annona provenienti da que’ luoghi. Risolutosi quindi alla promulgazione di nuove leggi cominciò le riforme dalla stessa reggia proibendovi le così dette notturne sacre funzioni, mirando a reprimere quelle che scelleratamente portavanne il nome1. Pretestato nondimeno, governatore della Grecia in qualità di proconsolo e specchio d’ogni virtù, esponendo che renderebbesi alle popolazioni fastidiosa e dispiacente

  1. Traiano a simile proibito avrebbe queste ragunanze istituite con miglior fine dai cristiani, se Plinio, conoscendo la costoro innocenza, non avessevi frapposta la sua intercessione. T. S.