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308 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA

innanzi capitanato avea le palatine legioni, e ad altri per ordine il resto delle magistrature. Avviasi poscia con reale corteo, ma con poco fausti presagj al palazzo. Il dì appresso entrato nel senato, con discorso pieno di singolare iattanza, millantossi ampollosamente che assoggetterebbe ai Romani l’orbe intero; di sè profferì eziandio vanti maggiori, somministrando così al Nome cagione di forte sdegno e di ben presto atterrarlo.

Grandissimo fu il giubilo de’ Romani all’osservare l’ottima scelta di magistrati sperti nel governo della repubblica, e vie più crebbe per lo inalzamento del console Tertullo. Se non che l’operato cui plaudiva la generalità siccome profittevole a tutti, incresceva soltanto alla famiglia dei nomati Anicii, i quali, unici forse possessori di molte ricchezze, comportavano di mal animo le altrui prosperitadi. Alarico poscia giustamente consigliò Attalo di spedire acconce truppe nell’Africa ed a Cartagine per togliere l’impero ad Eracliano, temendo non costui, seguace delle partì d’Onorio, s’opponesse in qualche modo ai fatti divisamenti. Quegli nulla curandosi di tali esortazioni e pieno delle speranze pronosticategli dai vaticinanti, quasi certo di occupare senza guerra Cartagine e l’Africa intera, non manda Druma, il quale di leggieri avrebbe co’ suoi barbari cacciato dalla tirannia Eracliano; ma sprezzatone il consiglio fida le truppe destinate a combattere gli Africani militi ad un Costatino, mescendovene ben anche di quelle inferiori all’uopo; intanto essendo le Africane imprese tuttora avvolte nella incertezza, egli intraprende una spedizione contro all’imperatore, che da temenza sopraffatto