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310 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA

Costantino1, le speranze loro in quella parte volgerebbero all’incertezza. Disdegnatosi Attalo, e per altrui mezzo indicati i necessarj imprendimenti, si manda nell’Africa danaro in soccorso di quelle popolazioni. Alarico, scopertolo e di mal animo comportando l’operato, cominciò a disperare di lui vedendolo con tal quale bessaggine e fuor d’ogni ragione presuntuosamente por mano ad imprese di nessun profitto. Rivolta quindi la mente all’avvenuto, e sebbene propostosi in addietro di spignere l’assedio contro a Ravenna sino all’entrarvi, ne fe’ partire le truppe. Confermavanlo poi in questo suo proposito le esortazioni di Giovio, il quale sentendo che gli sforzi del duce inviato da Attalo nell’Africa sortito non aveano vantaggio alcuno, tutto si diede a favorire la causa d’Onorio, ed a sparlare continuamente d’Attalo presso Alarico, mettendo anima e corpo a persuaderlo che tal suggetto una volta rassicurato nell’impero macchinerebbe tosto insidie a lui stesso. Or mentre Alarico serbava tuttavia le sue promesse ad Attalo venne ucciso Valente, maestro de’ militi in sella, accusato di tradigione. Alarico poscia visitò con truppe ad una ad una le città dell’Emilia, che rifiutate spacciatamente eransi di sottostare all’impero d’Attalo, e molte senza fatica prestarongli obbedienza, ma non pervenne a conquistare l’assediata Bologna, che durò più e più giorni a respignerne con valore gli assalti. Laonde in-

  1. Così legge Leunclavio e non Costante, come troviamo nel testo, argomentandolo dal contesto della precedente narrazione sull’argomento stesso, ove l’autore scrive Costantino T. S.