Pagina:Della Nuova Istoria.djvu/367

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Ariano negando la divinità del Verbo, crollava da’ cardini la fede ^ l’altra ritenendo le verità della religione naturale, adoperavasi a scemare le stravaganze del gentilesimo, coll’assegnare a tutte le favole un’allegoria. Ma poichè nè atte esse erano ad ordinarsi in un regolare sistema teologico, nè potevasi senza una mediazione sostenere una fede, ricadevasi insensibilmente al cullo degli Idoli, avvegnachè si affermasse non ritenerli che come simboli della divinità a cui erano consagrati. Era questa però una parte, e la più semplice della dottrina. La filosofia, collegatasi coll’impostura, prometteva di rivelarne la più recondita col mezzo dell’iniziazione (22). La moderna Teurgia nelle già celebri caverne di Efeso e di Eieusi, conciliava il personale commercio cogl’Iddìi, procacciava il dono di presagire il futuro, e sospendeva le leggi della natura. Gli Edcsii, i Massimi, i Crisanti rappresentavano allora la scuola di Porfirio e di Piotino, ma poichè ed i principi antecedenti, e Costanzo proibita avevano severamente qualsivoglia spezie di magia, povera di clienti e perseguitata dall’imperatore, languiva la platonica scuola nell’oscurità e nel mistero. Un giovane della fama di Giuliano, e d’un erede presuntivo del trono poteva rialzare il suo credito, e nell’incertezza degli eventi procacciarle altresì un giorno patrocinio. Con piacere awisaronsi i segreti sentimenti del principe, e con piacere fu colta l’occasione di fare acquisto d’un imperiale proselito. Ogni più astuto artifizio fu posto in opera a sedurlo, e l’incauto Giuliano con animo pronto troppo e inconsiderato inciampò nella rete. Egli iniziossi solennemente prima in Efeso e più

Prt fazioni di S. P. alle Op. tc. di Gùìliano.