Pagina:Della Nuova Istoria.djvu/381

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compianto in breve s’alzò universale. Deplorava il soldato l’abbandono della sua famiglia, il sangue sparso indarno in tante gloriose battaglie, la sicura morte a cui deslinavasi con una sì lunga marcia attraverso gli ardenti deserti dell’Asia, ma più ch’altra cosa la perdita di un generale che sempre lo guidò alla vittoria, e con osservanza l’amò di affetto paterno. Doleansi gli altri delia soprastante tirannide de’ ministri a’ quali in preda i nuovi ordini lasciavanli di Costanzo, della patria già un’altra volta abbandonata alla mercè de’ nemici, e del non più sperato ritorno di tanti preziosi oggetti della loro tenerezza. Alcuni libelli anonimi (46) che vennero a spargersi tra le legioni acrebbero eziandio il disordine.

Rappresentavasi in essi la sciagurata sorte de’ Galli, An. la feroce debolezza e la slealtà dell’imperatore, l’umanità e le virtù del giovine Cesare, avanzo di tanti assassini, e miseranda vittima dell’odio degli eunuchi e de’ favoriti. Raccoltisi i soldati allo stravizzo di uso la sera prima della partenza, il vino riscalda le loro passioni, e il dolore abbandona la sua verecondia. Armati di spade e di faci corrono di notte al palazzo, chieggono con ogni istanza del loro generale, c con alti e ripetuti applausi gridano: Giuliano Augusto. Sbigottito il principe, sdegna que’ sediziosi inviti, ricusa di presentarsi, e paventando la taccia d’usurpatore si ritira nel più intimo recesso della sua reggia, dove sostiene tutta la notte l’assedio. Ma la calca cresce, il suo Giove con un favorevole augurio l’esorta ad accettare l’impero (47), e la mattina appresso con vera o simu-