Pagina:Della Nuova Istoria.djvu/478

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mestiere di calderaio sali fino al vescovato, meritossi il nome di Ateo non solo dagli Ortodossi, ma eziandio dai Semiariani, specie di prudenti, che come palesa il loro nome, sapeano accomodare la loro coscienza a un che di mezzo tra lo scisma di Ario c la dottrina Niccna.

(71) Auun., lib. 22, cap. 3.

(72) Jul., Epist. n. 7 c 10. Qoesl’iiltiuia all’occasione dei disordini commessi contro Giorgio di Cappadocia.

(73) II Salvatore nato in Hctlcrame, predicò e fe’miracoli in Nazaret di Galilea, ma i recalcitranti Giudei fatto aveano prevalere il proverbio: non vengono profeti da Galilea. Cosi appo i Gentili si usò pei discepoli quella appellazione, parte dal luogo dove il divino Maestro insegnò, parte dalla maligna allusione clic fatta ne aveano i Farisei, e Giuliano non inventò propriamente, ma rimise in moda quel nome allora antiquato.

11 Samosatcnse, che pur vivea sotto il regno di Adriano, chiama nuch’esso S. Paolo il Galileo del gran naso e della fronte calva.

S. Gregorio afferma (a) che con una legge espressa ordinato l’ahhia Giuliano; novandum cognomenlunt censuil, Galileos prò Christianis noniinans, atipie ut ita vocaremur, publica lege decernens, ma sembra più proprio del suo sistema di persecuzione supporre che confermata venisse quella consuetudine più dall’esempio del principe, e da quello della corte, che per P effetto di una legge.

(74) E per altro notevole l’epistola ai Iiizanzj, ove dice di aver loro restituito ed i duumviri Patrizj sire in Galileorum religione m se dederint, sive alimi i/uidvis gesserinl (b). Cosi non può dubitarsi che nell’esercito che condusse in Persia non rifossero anche de’ cristiani. Anteporre ad essi negli incarichi pubblici i gentili era mia massima che apertamente

(a) Orai. 3, psg. 72. (A) Epist. n. 20.