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LIBRO SECONDO 73

quindi radunava sue genti presso Cibali, città della Pannonia sita in monte, ove ascendesi calcando una via stretta e cinque stadj lunga. Al più di essa va contigua profonda palude, il resto è montagna, nella quale havvi il colle con sopravi, come detto abbiamo, la città. Presentasi quindi un’aperta pianura vastissima di vero e senza limiti allo sguardo; qui Licinnio piantato avea il campo stendendo sotto del colle in lunghezza la sua falange, onde non apparissero deboli i corni. Costantino attelò i suoi vicino al poggio, e messavi di fronte la cavalleria sembratagli con tale ordinanza vie meglio impedire al nemico di rattenere nel proceder oltre i pedoni, impetuoso attaccandoli onde venissero più a rilento alle prese.

Disposto così lo schieramento e riuscito superiore nel primo scontro avventasi di colpo, fatti inalberare i vessilli, sopra l’avversario, dando principio ad un certame forse più ostinato di altro qualunque. Imperciocchè dopo uno scambievole trar d’arco si pugnò lungamente con le aste e spade. Combattutosi dall’aurora infino al calar delle tenebre vinse il corno destro comandato da Costantino. A tale sconfitta i legionari di Licinnio vedendo il proprio duce montare in sella e disporsi alla fuga, più non vollero sapere di far permanenza colà, e porvisi a cena; ma lasciato il bestiame, i giumenti ed il resto delle bagaglio, e solo portando seco la vittuaglia necessaria ad estinguere la fame, giungono durante la notte, levato ogni indugio, collo stesso Licinnio a Sirmio, città della Pannonia bagnata all’intorno da un fiume, il quale versa le sue a-