Pagina:Della Nuova Istoria.djvu/97

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LIBRO SECONDO 81


Un Persiano frattanto, nomato Ormisda e di stirpe regale, presentossi all’imperatore Costantino, ed eccone il perchè. Mentre suo padre monarca della Persia celebrava, giusta l’usanza del paese, il proprio natalizio giorno, Ormisda entrò nella reggia portando seco molta cacciagione. I convitati astenutisi affatto dall’onorario, né surti, come doveano, egli montato in collera proferì che avrebbeli colla morte di Marsia gastigati. Da molti quel parlare in gergo non fu compreso; ma un Persiano, che dimorando in Frigia udito avea la istoria di Marsia, spiegò loro il significato delle udite minacce. Eglino allora scolpitele ne’ loro animi e non a pena spento il monarca ricordevoli dell’avvenuto, mettono sul trono il minor fratello, quantunque fossevi legge che imponeva d’inalzare al supremo potere infra la regale maschile discendenza il primogenito, e rinchiudono Ormisda coi ceppi ai piedi in carcere posta sopra un colle rimpetto alla città. Passato qualche tempo la consorte accingesi a liberarlo nel modo seguente. Pigliato un grosso pesce introducegli nel ventre una lima, e cucitane la pelle consegnalo ad un fedelissimo eunuco perchè lo porti ad Ormisda col avviso di non mangiarlo che trovandosi affatto solo, e di prosittare ad un tempo di quanto rinverragli nel ventre. Manda poscia camelli carichi di vino e ciòi alle guardie del prigioniero, onde pur eglino diensi a gozzovigliare. Mentre poi costoro sedeano consumando que’ ciòi Ormisda trinciato il pesce e vedutavi la lima rompe con essa i ceppi de’ suoi piedi, e vestita la veste dell’eunuco, esce passando in mezzo agli avvinazzati carcerieri, ed accompagnato da altro