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82 l’olimpia


Filastorgo. ... Che? se tu avessi visto gli atti e le parole, aresti giurato o che egli non fusse egli o che io fussi un altro.

Protodidascalo. Udienza per due verbicoli.

Filastorgo. Hai tu forse animo d’iscusarlo?

Protodidascalo. (Dopo l’essordio alla narrazione). Io non vo’ inficiare che il temerario áuso non sia grave, né se gli potrebbe coacervar pena che non ne meritasse il doppio; ma di questo s’incolpa l’arcigero che gli aveva sauciato il petto, dilaniato il core e fatto devio l’ufficio della mente. Il famoso Marone: «Omnia vincit Amor».

Filastorgo. Che ha dunque fatto?

Protodidascalo. (Qui non va exagerazione ma escusazione). Un paulolo di errore solamente: mutatosi il nome di un figlio esule di una matrona, è entrato in sua casa per fruir la sua figlia pulcrissima di cui l’animo subbolliva d’amore.

Filastorgo. Ahi mentitor perfido! ahi temerario esecutor di tanta nefanditade che fa ingiuria al padre, alla patria e a se stesso! Ma tu, pedante, piú d’ogni altro da poco e ignorante, questi sono gli ammaestramenti che tu gli hai dato? Di che mi devo fidar io, se avendoti tolto dalla zappa e dalla vilissima pedanteria t’ho fatto padron della casa e di mio figliuolo, e or me ne rendi cosí iniquo guiderdone?

Protodidascalo. Here, non detestare la famigerata mia arte. Non sète conscio che Dionisio re, expulso dal suo regno, non volse evadere filosofo indagando i secreti della vasta e profonda natura; ma spargendo il fecondo seme della viride virtude ne’ teneri meati intellectuali e nelle interne viscere di putti, divenne ludimagistro? Ma se al tuo figlio con blandi colloqui, pieni di mille apoftegmi e auree sentenze, l’ammoniva che tutto era frustratorio, che gli ultronei piaceri s’amplexano e fan parvipendere ogni animadversione, mi insultava e minitava; che potea far io decrepito e micròpsico, che appena la fluctuante anima hos regit artus? bisognava succumbere. Però perpendi il mio animo insonte e la bona qualitas mentis.

Filastorgo. Io vo’ che impari esser figlio da chi veramente sa esser padre, vo’ che sia essempio a tutti i figli del mondo,