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94 DELLA CONDIZIONE GIURIDICA

Dora d'Istria, che già ebbi occasione di rammentare, ed altre molte avrò ancora nel corso di quest’opera.

In uno dei più interessanti capitoli dell'opera Delle donne1, l'impareggiabile donna combatte con saggie e sottili osservazioni, e, dove occorre, col soccorso delle più recenti e autorevoli testimonianze scientifiche, la pretesa inferiorità fisica e intellettuale del suo sesso. La minore attitudine delle donne alle speculazioni filosofiche, non è poi, essa dice2, una umiliante inferiorità, quando si riflette allo sterile risultato delle discussioni metafisiche e teologiche di tanti filosofi maschili. La poca loro famigliarità e propensione alle quistioni politiche si spiega abbastanza coll'indole della loro educazione, intesa a stornarle da tali argomenti e a farli parer loro di esclusiva spettanza del sesso maschile3. Ma che le donne possano all'occasione aver mente e animo pari alle più gravi politiche faccende, lo prova abbastanza la serie numerosa di illustri sovrane, il cui nome è circondato dall'ammirazione, e spesso anche dalla venerazione dei posteri4. Che se nei tempi moderni, e in mezzo a popoli animati dalla fede nella libertà e nel progresso, non rade volte le donne si vedono per lo più parteggiare per le idee del passato, anche questo è un risultato non già di naturali disposizioni e di una morale e intellettuale inferiorità del sesso, ma bensì della educazione che si continua a dare alle donne, delle idee e delle abitudini in cui vengono cresciute, così poco rispondenti alle nuove aspirazioni e tendenze delle nazioni incivilite5. Quanto poi alla cooperazione attiva, e non passiva che la natura ha assegnato alla donna nel fatto stesso della procreazione, e che il Proudhon ha sconosciuta,

  1. Vol. I, p. 135 e segg. V. pag. 73, nota (1).
  2. Ib., p. 150 e segg.
  3. Ib., p. 154 e seg.
  4. Ib.
  5. Ib., p. 159 e segg.