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DELLE DONNE 99

magistrali1. La stessa femminile religiosità è spiegata dal Pompéry come una conseguenza della poca elevatezza della intelligenza della donna, e della vivacità assai più grande dei suoi sentimenti2. Nel morale il Pompéry connette e riconduce tutte quante le qualità distintive della donna alla sua impressionabilità3, ond'ella, fra le altre cose, è tanto facile al pianto4. Da tale premessa e dalla precedente intorno alla minore elevatezza dell'ingegno femminile egli deduce la conseguenza che la donna non istima se non chi ella ama, non sente di avere la medesima responsabilità dell'uomo di fronte alla società5, non può elevarsi all'idea pura della giustizia6, e lo stesso sentimento della riconoscenza non ha molto forte ne durevole7. Soltanto egli non conviene nelle antiche censure della femminile moralità, specialmente rispetto alla veracità delle donne, la quale anch'egli riconosce assai manchevole, ma ne dà la colpa alle condizioni sociali piene di imperfezioni e di ingiustizie a danno delle donne, che naturalmente non hanno altra arma da opporvi fuorché la furberia8. Nell'amore, in questo precipuo interesse comune dei due sessi, l'autore è d'avviso che l'uomo ne risente maggiore impero, e ne trae impulso a più vasti ed elevati proponimenti che non la donna9, di guisa che sia più facile giudicare un uomo dalle qualità della donna che ama, di quello che la donna dalle qualità del suo amante10. E in conferma di tutto ciò adduce il fatto che l'uomo solo ha saputo cantare e immortalare l'amore con capilavori letterari, perchè egli solo ne ha sentito tutta la poesia11.

Da tali premesse, che nessuno troverà nonché nuove, neppure tutte facilmente conciliabili colle antecedenti professioni

  1. Ib., p. 179.
  2. Ib., p. 149.
  3. Ib., p. 19.
  4. Ib., p. 23.
  5. Ib., p. 155.
  6. Ib., p. 343.
  7. Ib., p. 137.
  8. Ib., p. 130.
  9. Ib., p. 263.
  10. Ib., p. 270.
  11. Ib., p. 343.