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DELLE DONNE 103

tore della donna, la donna dirige un'azienda meglio dell'uomo; l'uno riesce meglio nel guadagnare, l'altra nel conservare1». — Nel giudizio l'uomo si lascia condurre maggiormente dal calcolo e dall'interesse personale; la donna dalla passione e dal sentimento, l'uno giudica per istinto, l'altra per riflessione; quegli vede la verità, questa la sente2. — In quell'uso importantissimo della ragione che consiste nel giudicare gli uomini nel loro carattere e nelle loro aspirazioni, la donna ha una singolare penetrazione per comprendere gli individui, indovinarne gli interni moti, le debolezze più riposte e più caratteristiche, e in questa finissima cognizione degl'individui si fonda l'impareggiabile impero che le donne esercitano sugli uomini in varie forme e circostanze3. Proprio dell'uomo è invece generalizzare le idee particolari, scrutare scientificamente le leggi dell'anima umana, comprendere i moti non degli individui, ma delle masse, di una nazione, di una assemblea4. — Le idee generali sono di preferenza il campo dell'intelligenza maschile; la donna non vi arriva se non per la via del cuore, di guisa che ciò che per noi uomini è giustizia, per essa è carità; e ciò che per gli uomini è un’astrazione, per le donne è un individuo, un oggetto d'amore. E se alle idee generali le donne sollevansi, di rado sorpassano il semplice comprendimento delle medesime, per sollevarsi sino alla creazione, ragion per cui nessuna scoperta matematica, nessuna dottrina metafìsica fu opera di donne, e già nella Grecia, dove le scuole filosofiche erano affollate di uomini e di donne, nessuna di queste arrivò a concepire un sistema di filosofia5. — Nelle arti e nella letteratura l’intelletto femminile non può

  1. Ib., p. 337.
  2. Ib.
  3. Ib., p. 338.
  4. Ib., p. 339.
  5. Ib., p. 340. Sottile e giusto è il giudice che il Légouvé fa in questa occasione delle dottrine sociali di Giorgio Sand: derrière chacune de ses pensès il