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DELLE DONNE 131

dalla presente, la quale valga a ricondurre nella famiglia, nella società, e specialmente nel sesso femminile quelle nobili aspirazioni, quel ben essere morale che oggi tanto si desiderano. L'educazione intellettuale delle donne, osserva l'autore, è manchevole; esse arrivano all'età nubile con iscarsa suppellettile di cognizioni, non solo scientifiche e letterarie, ma altresì e principalmente morali intorno allo scopo e ai doveri del matrimonio1; sono abituate a maritarsi senza conoscere abbastanza né sé, né il compagno della loro vita2; conseguentemente non possono entrare in vera intimità e comunione di pensieri e di sentimenti col marito, di guisa che non rade volte il matrimonio, benché conchiuso fra due oneste persone, diventa una convivenza senza scopo e senza consolazione fra due esseri stranieri l'uno all'altro3, oppure si trasforma in società di reciproco inganno, che finisce meno male, quando si risolve in una separazione4, e gli uomini dal canto loro si abituano insensibilmente a considerare le donne come esseri inferiori a loro, e a trattarle piuttosto come cortigiane che come mogli eguali a loro in dignità e in diritti5. Per rimediare a questi mali il Pelletan opina doversi rigenerare la donna colla istruzione6. Istruire la donna, egli dice, gli è un armarla contro ogni sorta di sorprese; tutto ciò che la ragione acquista, è tolto al capriccio;

  1. La Mère, p. 244-246.
  2. Ib., p. 247-254.
  3. Ib., p. 251-271.
  4. Ib., p. 271-283.
  5. LL. cc. Dice benissimo a p. 269. Partout où nous rencontrons la femme à table, au bal, aux soirées, nous lui prodiguons tous les tèmoignages de soumission, toutes les métaphores de la flatterie; nous lui élevons sans cesse un tróne, au pied duquel nous nous tenons dans la respectueuse attitude d'un courtisan. Mais quelle part dinfluence, ou mème d'expansion, accordons nous à cette esclave, couronnée de fleurs, qui semole régner partout en souveraine, et n'a pas mème autorité sur le moindre brin de paille de son ménage?
  6. Ib., p. 303.