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DELLE DONNE 201

quali sono di aggiungere alle professioni femminili, l'industria dei tessuti fini, la computisteria, il commercio, le industrie agronomiche, gli uffici postali e telegrafici, la medicina. Rispetto a quest'ultima egli fa appello alla esperienza dei paesi in cui le donne sono di già ammesse alle professioni mediche, e alla parte lodevolissima che ebbero le donne, anche in tempi recenti, negli ospedali militari, e all'ottimo servizio delle Suore di carità1. In una parola l'Holtzendorff aderisce pienamente al programma di un tal Mùller nel Congresso operaio di Gera nel 1867: «la donna ha diritto di intraprendere tutte quelle occupazioni industriali di cui è capace»2. Con opportuna energia di stile, egli afferma: «o la poligamia, oppure procacciare alle donne, escluse dal matrimonio, altri modi di onesto e lucroso collocamento»3. E qui egli invoca giustamente altresì il diritto naturale di ogni essere umano al libero svolgimento di tutte le sue facoltà in ogni lecito modo4. Per rendere possibile anche alle donne lo allargare in siffatta guisa l'attività loro, l'autore raccomanda l'istituzione di scuole professionali femminili, somiglianti alle maschili5. Ma più di qualunque altra preparazione sembragli necessario alle riforme da lui proposte, lo sgomberare dalla mente degli uomini e delle donne quel pregiudizio che oggi vi regna, in virtù del quale gli uni e le altre si abituano a considerare come anormale, e peggio che inutile ogni esistenza femminile al di fuori del matrimonio, di guisa che, come egli dice ingegnosamente, le donne nella società odierna, e specialmente in Germania, sono ridotte all'elettorato passivo matrimoniale. Lungi da ciò, egli osserva, fa d'uopo inculcare nelle donne e negli uomini la persuasione che una donna non si snatura, né scema in dignità perchè, ove non possa alla famiglia, si de-

  1. Ib., p. 30, 31.
  2. Ib., p. 26.
  3. Ib., p. 28.
  4. Ib.
  5. Ib., p. 32.