Pagina:Della condizione giuridica della donna.djvu/210

Da Wikisource.
204 DELLA CONDIZIONE GIURIDICA

gono il pane e la carne, le figliuole sapessero quanto si può spendere in media nel desinare, nel caffè e nel burro in una famiglia che abbia 1200, o 2400, oppure soltanto 800 fiorini di rendita»1. — Soltanto colle domestiche virtù, e con appropriata cultura della mente le donne possono acquistare l'affetto e la stima degli uomini, perchè, dice l'autore, «l'uomo vuole nella sposa e nella moglie un essere che non soltanto lo ami, ma lo comprenda»2, e in questa guisa l'uno e l'altra si procacciano una felicità, «che essi non possono conseguire in nessun'altra condizione sociale e a nessun altro patto»3.


L'Italia non è oggi certamente fra le nazioni meno benemerite degli studi intorno alla condizione sociale delle donne. Per verità né le dottrine esagerate degli emancipatori, nè altre somiglianti a questa hanno qui trovato eco, e neppure furono oggetto di troppo calorose polemiche; ed anche i migliori scritti pubblicati modernamente in Italia intorno alle donne hanno per la maggior parte per oggetto piuttosto il miglioramento della condizione intellettuale e morale di quelle, che non l’ampliamento dei loro diritti. Ma perchè da tale circostanza non si tragga argomento a giudicare meno favorevolmente sia l'opinione pubblica, sia l'opera scientifica dei moderni italiani intorno a quegli argomenti, egli è d'uopo riflettere ad altre circostanze, ignorate o neglette pur troppo da non pochi critici contemporanei, non solo forestieri, ma anche italiani. Bisogna cioè riflettere che nell'Italia più che in qualsiasi altra nazione le donne hanno sempre avuto nella vita privata una dignità pari a quella degli uomini, essendo anzi, come già dissi altra

  1. Ib., p. 28.
  2. Ib., p. 51.
  3. Ib., p. 54. — Idee consimili espresse anche il già citato Virchow in un Discorso sulla educazione della donna, tradotto da Angelo Cavalieri. Fra le altre cose, egli dice benissimo che «anche senza figliuoli, anche non maritata, la donna è pur sempre la custode del domestico focolare».