Pagina:Della consolazione della filosofia.djvu/144

Da Wikisource.
144

     Nel sommo ciel, quanto puoi giugnere alto,
     5Da questa bassa e vil breve dimora
     Drizza la vista intento e i pensier tuoi.
     Quivi con pace eterna i giusti suoi
     Patti serva ogni stella:
     Non impedisce il sol cinto di foco
     10Il freddo cerchio della sua sorella;
     Nè l’orsa, che del mondo,
     Senza tuffarsi mai nel gran profondo,
     Ruota veloce il più sublime loco,
     Sebben vede ch’ogn’altra in mar s’asconde,
     15Brama le fiamme sue tinger nell’onde.
Sempre con volte eguai di tempo adduce
     Vener la sera ombrosa; e la dimane
     Il bel giorno anzi ’l sol Dïana mena.
     Così gli eterni corsi riconduce
     20Vicendevole Amor; così le insane
     Risse la region di stelle piena
     Scaccia lungi da sè lieta e serena:
     Questa concordia insieme
     Con pari modi gli elementi tempra;
     25Onde l’umido il secco amico preme
     Sovente, e ’l freddo stesso
     Col caldo unito si congiugne spesso,
     E fa che ’l foco con mirabil tempra
     Sospeso in aere penda, e che nel fonda
     30Giaccia la terra pel suo grave pondo.
Per le stesse ragion rose e vïole
     Ha primavera, e ’l verno ha ghiacci e nevi,
     Biade la state, e l’autunno poma:
     Questa tempranza ciò, che spirar suole
     35Vita nel mondo, a’ lunghi giorni e a’ brevi
     Produce e nudre; questa il tutto doma;
     E toglie il tutto al fine ultima soma.
     In tanto il gran Fattore