nè riceve in sè passione alcuna corporale, e nientedimeno per la forza e virtù sua propria la conosce e giudica; quanto maggiormente quelle cose le quali da tutti gli effetti e qualità de’ corpi sono libere, quale è Dio, non seguono, nel discernere e giudicare, le cose pôrte e offerte loro di fuori, ma operano secondo la natura propria della loro mente? E per questa ragione a diverse e differenti sostanze diverse cognizioni e differenti toccarono; perchè agli animali che non si muovono, come sono le conche del mare, e altri i quali, stando appiccati a’ sassi, si nutricano, toccò il senso solo spogliato di tutte l’altre cognizioni; alle bestie che si muovono, e nelle quali par che sia alcuno effetto di fuggire le cose nocevoli e seguitare le giovevoli, toccò l’immaginazione; ma la ragione fu data solamente al genere umano, come l’intelligenza sola al divino: onde segue, che quella notizia a tutte le altre stia di sopra, la quale per sua natura medesima non solamente il suo proprio, ma ancora i subbietti di tutte l’altre notizie conosce. Che dunque sarebbe, se il senso e la fantasia si opponessero al discorso e contrastassero, dicendo che quello universale, lo quale si pensa la mente di vedere, non è niente? Perciocchè quello che si può col senso comprendere o colla fantasia, non può essere universale; e così essere necessario o che il giudizio della ragione sia vero, onde non si trovi cosa nessuna sensibile; ovvero, perchè a’ sentimenti e alla fantasia è manifesto che molte cose si ritrovino, le quali loro sottoposte sono, che il concetto della ragione sia vano, posciachè