Pagina:Della consolazione della filosofia.djvu/49

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tu di gloriarti della bellezza d'alcuna di loro? Dimmi: la primavera sei tu ornato di varii fiori tu? la state produci tu tu sì ricchi frutti? perchè ti lasci tu rapire da letizie vane? perchè abbracci tu i beni d'altri, come se fossero i tuoi? Ma non farà la fortuna che quelle cose siano tue, che la natura ti fece strane. Egli è ben vero che i frutti della terra sono fatti per nutrire le cose animate; ma se tu non vuoi altro che quello che ti fa di bisogno, il che alla natura basta, non occorre che tu cerchi d'essere abbondevole delle cose della fortuna, perchè la natura di poche cose e menomissime si contenta. E se tu, quando ella è piena, volessi con soverchie cose aggravarla, tutto quello che di sopra vi metterai, sarà o ingiocondo o nocevole. Forse vorrai dire che l'andare ornato splendidamente di varie veste sia cosa bella? Io per me, se la bellezza delle veste piace all'occhio, o lo diletta, non ammirerò mai chi le porta; ma sempre o la materia di che sono fatte, o la maestria di colui che l'ha fatte. E se tu per ventura stimi che l'aver dietro gran codazzo di famigliari ti faccia felice, i servidori, se eglino sono viziosi e di cattivi costumi, sono una dannosa soma della casa, e nemicissima del padrone; ma se sono buoni, in che modo vuoi tu che l'altrui bontà s'annoveri fra li beni tuoi? Per le quali tutte cose chiaramente si mostra, nullo di quegli essere tuo bene, che tu fra i tuoi beni conti. Ora, se in loro non è bellezza nessuna che debba desiderarsi, a che dolersi di perderli, o rallegrarsi d'averli? E se dicessi che essi sono belli di lor natura, questo che a te? conciosiacosachè questi