Pagina:Della fortuna di Dante nel secolo XVI Barbi, 1890.djvu/36

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- 22 — sacro poema: ma egli stesso apprezzò la proprietà ed efficacia dello scrivere dantesco; né gli mancò per la sua accusa il biasimo del Varchi, del Borghini e d’altri fiorentini (^), né la confutazione di Giovan Battista Vecchietti in una lezione recitata nell’Accademia Fiorentina (2). Anche per quel che concerne la lingua, che détte nell’Italia superiore tanta materia di biasimo, Dante fu dai toscani tenuto per autorevole scrittore: e " nella proprietà, della lingua senza pari „ lo dichiarò il Borghini {h, "superiore in purità del Petrarca „, il Salviati (*); esser il d.vino poema " la miglior parte „ della nostra favella, scrisse Bastiano de’ Rossi (^). Aggiungendo a questa lode l’altra ben più universale per r altezza e magnificenza del soggetto della Commedia e per l’abbondante dottrina di cui essa è piena, si giudicò generalmente più eccellente poeta Dante che il Petrarca (^;; anzi "se il principale offizio del poeta è, (scriveva il Gelli) il dilettare e il giovare, nessuno né fra gli antichi né fra i moderni trovò mai la più bella (») Er colano, ques. 9.*’; Prose fiorentine, IV, IV, 292. (*) De Batines, Bibliografia dantesca, I. 415. (’) Annotazioni e Discorsi sopra alcuni luoghi del Decàmerone, ediz. cit, p 53. Anche per Diomede Borghesi l’autorità di Dante è «raaraviglìosa nella proprietà delle parole» (Lettere discorsive; Roma, POI; p. 218). Al Gelli pareva aver l’Alighieri «superati tutti i poeti volgari in rappresentare vive ed efficaci le azioni ch’egli descrive a* lettori {Letture; II, 372 ). (*) Avvertimenti della lingua sopra il Decamerone; Napoli, 1712; I, 205. (’) Neil* avvertimento premesso all’edizione della Commedia del 1595. (^) Il Lenzoni dà lodo a Dante «di avere sopra ogni altro poeta