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230 | della geografia di strabone |
del ponente e del levante equinoziale, ed anche i punti dei tropici; ma la lunghezza di quel continente nel quale ci troviamo rimane sempre la stessa. Però non è assurdo pigliare il Tanai ed il Nilo per limiti; bensì è cosa nuova il valersi del levante equinoziale e di quello d’estate.
Rispetto ai promontorj coi quali l’Europa si spinge nel mare, Polibio ne parla più accuratamente di Eratostene, ma non però quanto sarebbe mestieri. Perocchè Eratostene ne menziona tre: quello che finisce alle Colonne d’Ercole, e sul quale è l’Iberia; quello che si spinge allo stretto di Sicilia, su cui è l’Italia; e il terzo che riesce a Maleo1, e comprende le nazioni tutte fra l’Adriatico, l’Eussino ed il Tanai. Polibio invece va d’accordo con lui rispetto ai primi due; ma poi procede menzionandone un terzo che finisce a Maleo ed al Sunio2 su cui trovasi tutta l’Ellade, e l’Illiria3 ed alcune parti di Tracia4: indi un quarto nel Chersoneso di Tracia dov’è lo stretto di Sesto ed Abido5 ed è abitato dai Traci: finalmente un quinto al Bosforo Cimmerio ed all’imboccatura della Meotide.
Concedansi a Polibio i primi due fra i promontorj da lui mentovati (perocchè sono compresi fra seni abbastanza distinti), cioè quello nel mare fra Calpe ed