Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/321

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libro terzo 307


Alla sinistra pertanto di chi naviga su quel fiume si veggono queste montagne: alla destra avvi una grande pianura elevata, fertile, con alti alberi e buoni pascoli.

Anche l’Ana è navigabile1, non però con navi sì grandi nè per un tratto di paese sì lungo; e lo fiancheggiano monti con miniere, stendentisi fino al Tago. Ora i terreni dove si trovan miniere sono di necessità duri e sterili, quali sono appunto i luoghi contigui alla Carpetania, ed ancor più quelli che si congiungono coi Celtiberi. E tale è pur anco la Beturia, le cui pianure dalla parte dell’Ana sono arsicce. Ma la Turditania è di mirabile fertilità: e mentre essa produce ogni cosa, e ogni cosa in grande abbondanza, le sue ricchezze raddoppiansi dalla facilità di portarne le produzioni al di fuori. Perocchè il superfluo di queste agevolmente si vende altrove per la moltitudine de’ mercatanti che lo trasportano sulle proprie navi. E servono a questo vantaggio i fiumi ed anche le lagune, le quali (come già dissi) sono simili ai fiumi, ed al pari di quelli si possono navigare non solamente con piccoli legni, ma sì anche con grandi, andando dal mare alle città dentro terra. Perocchè tutto il paese al di là dalla spiaggia, fra il promontorio Sacro e le Colonne, è tutto una pianura; dove sono in più luoghi alcune cavità che dal mare

  1. La lezione comune ἔχει δὲ ἠϊόνας ὁ ἀνάπλους, parve giustamente corrotta al Silandro. Il Casaubono propose di leggere ἔχει δὲ καὶ ὁ Ἄνας ἀνάπλους, variante seguita dagli Edit. franc. nella loro versione, e trasportate nel testo dal Coray.