Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/358

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sce nelle maree e serve a pochissimi usi. E però danno a quella regione il nome di giuncaria. Posseggono poi anche alcune1 delle estremità de’ Pirenei, fino ai Trofei di Pompeo, lungo la strada che dall’Italia conduce in quella che dicesi Iberia Esteriore e propriamente nella Betica. La detta strada talvolta accostasi al mare, talvolta se ne allontana, massime nelle parti dell’occidente. Da’ Trofei di Pompeo se ne va a Tarragona passando pel campo giuncario, pei Vetteri, e per quel luogo che in Lingua latina chiamasi Maratono a motivo del molto maratro2 che vi cresce. Da Tarragona va al sito dove si attraversa l’Ibero e dov’è Dertossa; e di quivi attraversando le città di Sagunto e di Setabio3 alcun poco si discosta dal mare, e si avvicina allo Spartario, val quanto dire al campo del giunco marino. Questo luogo è grande e senz’acqua; produce sparto atto a far corde, che poi di quivi si diffonde per tutto, e principalmente in Italia. Una volta la strada passava per mezzo quel campo e per la città di Egelasta4, tal ch’era difficile e lunga: ora l’han fatta sulla spiaggia del mare, per modo che appena tocca il campo dei giunchi predetto, sebbene poi riesca ai medesimi di prima, cioè Castlona ed Obulco5, e di quivi a Corduba ed a Gadi, che sono i più grandi emporii di

  1. Leggo col Coray τινὰ δὲ καὶ τῶν κ. τ. λ.
  2. Maratro Finocchio.
  3. Morviedro e Xativa.
  4. Iniesta.
  5. Obulco è ora Porcuna, Corduba è Cordova.