Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 3.djvu/152

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mani, allorchè se ne fecero a viva forza padroni. Tal è l’Ercole colossale’ di rame che trovasi nel Campidoglio , opera di Lisippo, e dono di Fabio Massimo espugnatore di quella città.

Antioco parlando della fondazione di Taranto dice che, terminata la guerra Messenica, i non intervenuti alla spedizione de’ Lacedemoni furono giudicati schiavi e denominaronsi Iloti; e i figliuoli nati nel tempo della guerra chiamaronsi Partenii e si ebbero in conto d’infami. Ma costoro (ch’erano molti) mal comportando un tal giudizio, congiurarono contro i cittadini: i quali avendone avuto sentore mandarono ad essi alcuni che fingendosi amici si mettessero in grado di svelare l’insidie ch’essi tramavano. E fra questi v’ebbe Falanto, che in apparenza mostrava di esser capo di tolti, ma nel vero poi non s’accordava punto con coloro ch’erano principali della congiura1. Fu pertanto ordinato che nelle feste Zacintine da celebrarsi nel tempio Amicleo, quando Falanto si coprirebbe col suo berretto dovessero tutti assalire i cittadini, i quali si conoscevano a’ capegli: ma avendo alcuni segretamente riferite le cose ordinale dai compagni di Falanto, quando fu cominciata la festa sf fece nel mezzo un araldo e comandò che Falanto non si coprisse col suo berretto. Allora i congiurati accorgendosi che il loro disegno era stato scoperto, in parte fuggirono, in parte si volsero a domandare perdono: e i cittadini dicendo loro che si facessero animo, li consegnarono alla prigione, e man-

  1. Luogo di dubbia lezione.