Pagina:Delle Commedie di Carlo Goldoni - ed. Pasquali - Tomo V.djvu/188

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varie parti, e con tante belle lusinghe, dileguatesi in fummo. Ho ancor presente quel giorno, in cui per la prima fiata ebbi l’onor di conoscervi, e fu quel festivo giorno, onorevole a Voi e alla Patria vostra, in cui la Colonia degli Arcadi, Colonia Alfea nominata, Voi dall’obblio faceste risorgere, animando i valorosi concittadini alle frequenti adunanze d’Arcadia, e le nobili Pastorelle a renderle col dolce canto delle loro Muse più grate, onde Arno scorre più glorioso che mai, e a Voi, che Vicecustode perpetuo siete della Colonia, rendesi il dovuto onore.

Quel giorno fu, in cui ammirando Voi facondo oratore ed erudito poeta, io pure del genio mio per le Muse, ebbi occasione di ragionarvi, e l’amor grande, che avete Voi per le Lettere, vi rese benevolo ad uno, che le ama, poco ancor conoscendole, e della vostra amicizia, e della protezione vostra onorar mi voleste.

Svelate a Voi le mie vicende, le mie disavventure, non tardaste ad offerirmi la mano per sollevarmi, ed animandomi a esercitare in Pisa la professione legale, che con varietà di stile io aveva nella Patria mia esercitata, Voi mi trovaste gli appoggi, somministrati mi avete gli ajuti, e con l’ombra vostra, e coi vostri consigli, non andò guari, che in Pisa fama io aveva acquistata, e giunsi ad essere (per alcuni di poco spirito) oggetto di gelosia, e d’invidia. Quanti col vostro esempio preso aveano ad amarmi! Infinito è il numero delle grazie, che da’ pisani, senza merito, ho ricevute. Il nome Arcade di Polisseno Fegejo, che pongo in fronte alle Opere mie, in cotesta Colonia l’ho conseguito, ed emmi caro per questo e non lo lascierò in abbandono giammai.

Che dolci veglie, che amabili conversazioni goder mi faceste nel vostro studio! Pisa abbonda di peregrini talenti, e tutti nella vostra società sono vaghi, ed io, in grazia vostra, ebbi agio di conoscerli, e di erudirmi; e Voi medesimo pel corso di que’ tre anni che costì dimorai, foste a me un libro aperto, in cui io leggeva le più belle massime, le più eccellenti istruzioni, che vagliono a formar l’uomo.

Felici i vostri Figliuoli, che da Voi hanno l’esempio, l’educazione, il consiglio! Ma felicissimo Voi ancora, che prole avete della vostra virtù seguace, che rende onore a sestessa, e al Genitore ben nato.

Non ho veduto chi meglio di Voi sappia dividere il tempo,

po,