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Prefazione

condotta pratica e razionale”1. Jùrgen Habermas ha poi chiarito che persino la “razionalità rispetto allo scopo”, ossia la sua trasposizione sul piano sociale nell’“agire strategico”, è possibile solo sulla base di un accordo comunicativo e delle possibilità di comprensione che esso offre; di qui la necessità di interpretare l’agire sociale non solo dal punto di vista della razionalità rispetto allo scopo, ma anche dal punto di vista della razionalità comunicativa, ossia dell’agire orientato alla comprensione, reso possibile nei diversi contesti attraverso la condivisione intersoggettiva di orientamenti soggettivi dell’agire2.

Le trasformazioni che avevano investito la società napoletana del Quattrocento inducevano quindi a elaborare e a sperimentare, anche a corte e negli apparati amministrativi e di governo, norme, linguaggi e pratiche di comportamento sociale più razionali, per impulso non solo del modello mercantile e aziendalistico patrocinato da Alfonso il Magnanimo e da Ferrante, ma anche degli sviluppi della tradizione giuridica e teologica, nonché dei valori umanistici che si andavano allora diffondendo, con il loro catalogo delle virtù e con la minuziosa regolamentazione delle pratiche di comportamento sociale3.

Tali spinte, metabolizzate dal potere centrale e poi da esso promananti, erano tuttavia destinate ad attutirsi negli anni degli ultimi sovrani aragonesi e dei primi viceré spagnoli, per riaffiorare solo nell’età del viceré don Pedro di Toledo, nella misura in cui lo consentivano, nel mutato equilibrio internazionale, le nuove egemonie politiche e la nuova configurazione delle forze economico-sociali cointeressate alla gestione del potere.

Questo libro ripercorre le dinamiche dei processi di burocratizzazione da una visuale interna alla prassi amministrativa della Regia Camera della Sommaria. Esso prende avvio dall’edizione critica del Repertorium Alphabeticum Solutionum Fiscalium Regni Siciliae, un manoscritto cinquecentesco prodotto dalla Sommaria, ricco di informazioni relative all’intera area del Mezzogiorno, divenuto particolarmente prezioso dopo la distruzione della documentazione aragonese dell’Archivio di Stato di Napoli nel settembre 1943. La ricerca ha quindi origine dalla lettura “lenta” di un testo, dall’indagine sui suoi caratteri e sulla sua struttura, sulle sue fonti, sul contesto e sulle vicende che condussero alla sua redazione, sulle pratiche di lavoro amministrativo che esso intendeva descrivere e orientare. Il volume ricostruisce poi il lungo processo che portò alla formazione dell’ufficio della Sommaria, tra gli ultimi decenni del Duecento e primi del Quattrocento. Ne delinea in seguito le competenze e le modalità di funzionamento in età aragonese, per seguirne infine le vicende fino alla metà del Cinquecento, sulla base di fonti edite e inedite, conservate in diversi archivi e biblioteche, italiane ed euro

  1. Weber, Religionssoziologie, trad. it., I, p. 102.
  2. Habermas, Theorie.
  3. Ho approfondito tali temi in Delle Donne, Regis servitium; Idem, La corte.

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