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Burocrazia e fisco a Napoli tra XV e XVI secolo |
Solo il bifoglio che nella struttura originaria del codice era collocato nel fascicolo di sei carte, costituito dalle carte dalla 307 alla 316, tra i bifogli 308315 e 309-314, e che dopo il restauro del 1984 si ritrova erroneamente collocato tra il quaderno composto dalle carte dalla 277 alla 284 e il fascicolo di sei carte composto dalle carte dalla 285 alla 296, era originariamente non numerato, anche se attualmente sulla prima carta si legge, di mano di uno dei restauratori, l’erronea numerazione "284 bis". La numerazione del secolo XVIII presenta inoltre le seguenti irregolarità: dal numero 73 si passa direttamente al 76, senza che ciò attesti la perdita di un presunto bifoglio 7475, dal momento che il testo non presenta lacune; la c. 97 è erroneamente numerata 96; dal numero 111 si salta al 113, sempre senza lacune testuali; due carte successive sono entrambe numerate 332. Durante il restauro sono state rinumerate a matita, dando così luogo a una doppia numerazione, le carte 2, 48, 49, 102, 150, 186, 226, 227, 253, 256, 258, mentre sulla c. 50 è segnata una B, e la c. 338 è rinumerata 338 B. Inoltre, sempre in seguito al recente restauro, il bifoglio 52-57, che originariamente veniva a essere costitutivo del ternione composto dalle carte dalla 52 alla 57, risulta erroneamente collocato isolatamente tra il bifoglio 50-51 e il ternione sopraddetto, che risulta così ridotto a un duerno.
Il codice, come si vede dal prospetto, è di composizione irregolare: vi si ritrovano infatti carte aggiunte, bifogli, duerni, ternioni, quaderni, quinterni, senioni e persino un fascicolo di dieci carte.
La scrittura, disposta su una sola colonna, tranne che alle carte 131;, 191;, 20, 102, 126V, 145, 218, 2251;, e al verso della prima carta del bifoglio originariamente non numerato e collocato tra i bifogli 308-315 e 309-314, che presentano elenchi di città, funzionari, merci, animali ecc. disposti su due colonne, è apparentemente condotta senza ausilio di linee guide e non è possibile rilevare nel codice alcuna traccia di rigatura. Ciò comporta un numero di righe per pagina quanto mai vario: soprattutto in dipendenza della grandezza variabile del modulo delle due differenti grafie che si alternano nella vergatura del registro, ma anche delle frequenti e anomiche rubricazioni tematiche.
Richiami tra i fascicoli si ritrovano solo da c. 1 a c. 88, da c. 264 a c. 284 e da c. 324 a c. 344 sul recto e sul verso di ciascun foglio; da c. 138 a c. 173 solo sul recto; alle carte 197, 226, 296, 306 e 316 solo sul verso. Per il manoscritto è stato usato un inchiostro brunito che ha forato in più punti le carte, a evidente riprova della sua composizione a base metallica.
La rilegatura del codice è dovuta al restauro del 1984: i piatti sono di cartone e ricoperti di tela marrone; il dorso e gli angoli sono in pergamena. Sono stati inoltre inseriti all’inizio e alla fine due fogli cartacei di guardia che vengono così ad aggiungersi agli altri due coevi al corpo del manoscritto, e di cui, come appare dal prospetto, il secondo iniziale costituisce un bifoglio con la c. 1.
Durante il restauro, nel tentativo di bloccare il processo di degradazione cui sembrava soggetto il codice, si è proceduto a fissare sul recto o sul verso o,
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