Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/275

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trodotto questo trattato non potrei dirlo, perchè non ne resta memoria. Ma so che, finahnente, le cose passarono in questo modo. Ogriiqualvolta Timosseno voleva mandare una sua lettera ad Artabazo, o Artabazo a Timosseno, la involgevano nei tag-li che sogliono praticarsi in fondo delle saette, facendone come le ali del dardo; e poi lanciavano il dardo in un luogo già convenuto. Ma il tradimento di Timosseno fu scoperto. Perchè avendo voluto Artabazo lanciare una volta il suo dardo nel luogo prefisso, fallito il colpo, accaddegli di ferire alle spalle un cittadino di Potidea. Ed essendosi accalcata intorno al ferito (come suole in guerra) una gran turba di gente, videro subito la lettera involta nella saetta, e la portarono ai comandanti. I quali erano parecchi, come parecchi erano i popoli della Pallene convenuti alla difesa di Potidea. Letta poi che ebbero ia lettera i capitani, e riconosciuto da essa l’autore del trattato, non ne fecero altrimenti rumore, in considerazione delli Scionei. Al cui nome non vollero che si appiccasse per tutti i tempi futuri Tonta del tradimento. Ma Timosseno fu appunto scoperto nel modo surriferito.

129. Posciachè Artabazo fu trattenuto e occupato tre mesi nell’as-sedio di Potidea, seguì un grande e prolung’ato riflusso di mare; onde i Barbari avendo veduto come il passo era diventato guadoso, decisero di entrare nella Pallene per l’asciutta marina. Ma avevano percorsi soltanto due quinti di strada, allorché al riflusso succedette un flusso di mare così impetuoso e terribile, come non

8i vide mai il somigliante; dicono gli uomini del paese;

nonostante la frequenza dei flussi e riflussi da quelle parti.

Laonde tutti quelli che non sapevan notare, affogarono