Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/285

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ch’essi i loro legati. Deliberati temporeggiamenti, e fatti appunto col fine che gli Spartani ascoltassero le dichiarazioni di Atene.

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142. Come ebbe, dunque, finita Alessandro la sua coucione, i legati di Sparta presero dopo lui la parola, e si espressero in questa forma: Noi fummo qui mandati dai Lacedemoni per pregarvi a non introdurre novità nella politica greca, e a rifiutare decisamente ogni composizione col Barbaro. Imperocché se un fatto simile sarebbe già iniquo ed indegno per qualsiasi popolo ellenico, tanto più iniquo ed indegno diventa in voi. I quali suscitaste a malgrado nostro questa guerra, e la contesa si restrinse tutta in principio alla vostra contrada: ma ora poi si è allargata a tutta la Grecia. Onde tanto piiì enorme ed insostenibile sarebbe, il vedere gli Ateniesi farsi autori (iella soggezione dell’Eliade. Essi, che sempre e fino ab antico rivendicarono tanti popoli a libertà. Vi compatiamo bensì quanto è giusto, o Ateniesi, per i colpi dativi dall’avversa fortuna; per le raccolte di due anni mancate; per le sostanze domestiche dissipate: e i Lacedemoni e gli altri alleati (per ristorarvi in qualche modo di tanti danni) vi promettono che penseranno essi al mantenimento delle vostre donne e dei vostri famigliari inabili alla mihzia, per tutta la durata della guerra. Ma voi non dovete lasciarvi sedurre dalle parole di Alessandro Macedone, il quale cerca di ammorbidire e d1m"’bellettare, quanto più può, le proposte di Mardonio. Alesgandro è un tiranno, e fa il suo mestiere rendendo servizio a un altro tiranno. Ma voi. o Ateniesi, non dovete lasciarvi prendere a queste arti, se avete ombra di senno;

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Rieci) Itlorit Eroilolo, UT.

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