Pagina:Delle notti di Young traduzione di Giuseppe Bottoni e del Giudizio universale dello stesso Young.djvu/158

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132 DECIMA

A cui giunsero un giorno, e tutta estinta,
Tutta restar dovrà del niente in seno?.
Uomo, se questo è il tuo destino, il vano p
445Scettro deponi, e nell’ovile onora
Con fronte umil la greggia tua, che schiavo
Tu sei, tuo rege è quella, e assai più vasto
Gode il regno de* sensi, assai più lieto.
Sotto i passi di lei verdeggia il prato,
450Lieta vi pasce, e d’ogni cura è priva.
Spegne la sete ma nell’acqua chiara
Del sempre colmo rio, nè l’avvelena
Dubbio, duolo, timor, vana speranza,
E disperato affetto. Elia non cerca,
455Onde il fianco vestir, barbaro clima;
Nò guerra porta, e stragi ai mondi ignoti
Per rapirne i tesori: e la natura
D’ogni suo ben custode, e l’altee agnclle
Giammai non cita alFara ingorda, e cupa
460Della mondana Astrea. Quel ben che gode
E compiuto, è sincero, è senza affanno*
In ogni verde prato ella ritrova
La sua felicità se un mal risente,
Termina col dolor, nè mai l’accresce
465Previo’ spavento, o posterior rimorso,
E se giunge la morte, almen di quella
Non conosce timor: le sue sventure
Incomincia, e finisce un colpo solo.
Una sol volta umor; oh amabil dono
470Solo a’ bruti concesso! E l’uomo altero,
Che pianeti misura, intende, e scopre
Delle stelle il valor, l’eroe guerriero,
Quegli, che del saper corse le vie,
Di morte al nome impallidisce, e trema?
475Ma se tra’ i bruti, e l’uom questa si mirar
Differenzacrudel restando in vita,
Sarà da morte in una massa istessa
Di polve il bruto, e Tuoni confuso, e misto?
Questa sorte inegual non fia clje tolga
480Ua?jpiiv lieto avvenir? Sorda per sempre