Pagina:Delle notti di Young traduzione di Giuseppe Bottoni e del Giudizio universale dello stesso Young.djvu/319

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NOTTE. 293

215E per nuovo favor della natura
Dell’ampia eternità P immago ingresso
Ha pel ciglio, e si pinge in mezzo all’alma,
Che senza sforzo la comprende, e adotta.
Se Tuoni d’eternità - mai non dovesse
220Goder, di questa’ nél notturno orrore?
Parlerebbero all’uo ni gli astri lucenti.
Empio è a dirsi, a pensar, che in noi natura
La più fervida brama ancor più 1 accenda
Per renderla dipoi delusa, afflitta.
225Così ritrova Tuoni prova del dogma
Che secondo si sta tra quei ch’ei crede,
Che sacro è quanto quel che annunzia un Dio
In oggetti, ove raro -è elisegli in traccia
Ne vada 5 e in questi oggetti ancor tu puoi
230Legger, che porti in seno alma immortale.
O viventi, negli astri il ver cercate,
Ed agli astri il pensiero almen v’unisca.
Un intrepido cor da voi s’acquisti
Per la terribil ora, in cui più vive-,
235spaventose fiamme andran squarciando
Il cupo sen di più profonda «nette:
E che queste del sommo eterno Fabbro
Lucid’opre già estinte, e ornai dall’alte
Loro sfere cadute al velo eterno
240Luogo daran, che il ciel per sempre asconda
Or che m’agita il sen sì tetra iea,
Come se il ciglio in sì tremendo istante
Schiudessi, intorno uno splendor mi veggio
Si improvviso, sì fier, qnal seco appunto Il
245fulmine lo trae: ond’io sì esclamo:
5, O voi stelle dei dì, degli anni miei,
„ Voi, che del viver mio tutti i tormenti
„ Col luminoso piò segnate ancora,
„ Voi che sempre coli’ ore il pie movete,
250„ Che vincete dell’uomo il lento moto,
„ Insegnatemi come i giorni miei
„ Io debba numerare, e tutto alfine
„ Ceder questo mio core alla virtude .