Pagina:Delle notti di Young traduzione di Giuseppe Bottoni e del Giudizio universale dello stesso Young.djvu/95

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notte. 69

Più vigorosi, e di più fresca etadc.
Potean sperar quasi nestorea vita;
Stupor mi prende, ch’io pur viva ancora.
Folle, che dissi mai? no, più non vivo,
Finisco di morir. Tutti i miei sensi
Dell’alma i cenni ad eseguire avvezzi
Più non servono a lei. La mia ragione,
Estinguendosi a gradi, al cor mi dice,,
Ch’alia tomba m’affretti, e vuol ch’io speri
Sol poca polve a ricoprir quest’ossa.
Temer dunque dovrei la sorte istessa,
Ch’io soffersi finor? Forse la morte
Strano oggetto è per me? Fin dalle fasce
S’incomincia a morir. Perde la vita, *
Quanto l’uomo n’acquista, e qual vorace
Fiamma strugge se stessa, allor che splende
Nel suo lume maggior. Se già la morte
L’età più Leila, il mio vigor mi tolse,
In questo avanzo un volontario dono
Scevro d’ogni timor prenda costei».
Àrbitro Tvu me il di cui cenno è legge
Alla morte, alla vita; Eterno Sole,
Il di eui raggio dall’informe abisso
A respirar mi trasse aure di vita,
Intendo i detti tuoi. ’Tu mi creasti
Per rendermi felice. Ignota terra
Tu mi chiami a goder. Quanto m’è grato
Un sì tenero invito! A te mi fido,
Di te parlo, te bramo, in te si pasce
La mia mente, il mio cor, l’anima mia,
Tu sei fonte del ver. Tu di virtude
L’origine, ed il centro. Ombre, deliri
Vanta la terra ingannatrice, e sono
Nomi vuoti di senso c vita, c morte.
Troppo di questa vita è P tiomtf amante,
Troppo la morte accusa* Il saggio, amico
Di ragion, di virtù, che sa da quella
Trarre amabili fratti, e a questa in faccia
Nsn conosce timor 7 in giusta lance