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mostrava alieno dal favorirla; se con che era giustamente trattenuto dall’accogliere issofatto quelle domande sul dubbio della realtà loro, temendo che servissero per avventura d’occasione a speculazioni d’aggiotaggio, e nulla più, come in molti Stati era succeduto, con grave scandalo, e con molto danno morale ed economico.
Prima di risolversi al proposito giudicò per anto doversi per bene studiare la cosa, non solo nel rispetto tecnico, onde conoscere se fosse realmente possibile il passo de’ gioghi dell’Appenino, attesa la sua rapidità molto scoscesa verso il mare, ma anche nel rispetto politico, strategico e commerciale.
A questo fine nel 1837 eleggevasi una numerosa commissione composta d’uomini di Stato e di esperti ufficiali militari, e del Genio civile, cui mandavatsi di studiare l’argomento nei rispetti preallegati, con dare al proposito il suo parere.
Intanto ordinavasi ad altri ufficiali del Genio civile di attendere a studi speciali onde veder se fosse possibile, com’era già stato altre volte ideato, durante il dominio francese, di transitare l’Appennino con un canale a conche, il quale dal golfo ligustico mettesse al Po, mercè delle acque che vanno al detto mare, e di quelle che convergono in quel gran fiume dai monti liguri.1
Questo provvedimento avea per iscopo di prevedere l’accennato ostacolo del difficil transito de’ gioghi con una via ferrata, e di trovare, occorrendo che questa fosse ipipossibile, un succedaneo ad essa.
L'ingegnere ispettore cavaliere Carbonazzi disimpegnava l’in-
- ↑ Si può vedere nella bella statistica del dipartimento di Montenotte (2 vol. in 4.°, Parigi, 1827) pubblicata dal fu conte di Chabrol-Volvic, già prefetto d'esso dipartimento, quai lavori preparatorii di perizia ordinasse in proposito ai celebre ingegnere Prony l'imperatore francese Bonaparte, il cui genio ordinatore in quell’epoca, nella quale erano ignote le Vie ferrate, e solo conoscevasi per facilitare le Comunicazioni il mezzo dell’apertura dei canali a conche, tosto, vedea come importasse alla prosperità dell’italiana penisola di stabilire una comunicazione diretta a traverso della medesima tra il Mediterraneo e l’Adriatico.