Pagina:Delle strade ferrate italiane e del miglior ordinamento di esse.djvu/342

Da Wikisource.

341

erario dovrebbe con qualche suo concorso sussidiarla, colle avvertenze prima accennate per regola della competenza del detto concorso.

Prima di chiudere il nostro discorso su cotesta strada della Porretta da Bologna a Pistoia, è opportuno e spediente avvertire non essere quella la sola direzione proposta.

D’un altra ancora si è nel pubblico parlato, e ce ne informa un opuscolo recentemente pubblicato in Bologna dal signor avvocato Carlo Monti, il quale pare aver studiato molto accuratamente la condizione de’ luoghi.1

In questo lavoro l’autore dapprima nota come, condotto da un onorevole incarico a percorrere e ripercorrere le creste dell'Appennino, gli fu dato osservare un varco già da molti notato, da pochi, esplorato, da niuno applicato, per quanto si sappia, all’opportunità d’un sisteina stradale, ch’esso quindi piglia l’assunto di svolgere e fare di pubblica ragione.

Sembra al Monti, che il congiungimento tra Venezia e Livorno da esso lui indicato ai descritti punti come il più facile, sia inoltre il più diretto e breve, quindi preferibile. Esponiamo l’assunto di lui colle stesse parole da esso usate.

«Presa una carta geografica dell’Italia, e tra i due punti in che sugli opposti mari veggonsi situate Venezia e Livorno, tirata una linea retta, si vedrà agevolmente come questa percorra una distanza d’aria di miglia 145 geografiche o comuni d’Italia da 6o al grado equatoriale. Bologna, ohe può considerarsi come l’emporio dell’Emilia, siede precisamente nel centro della retta linea ad uguale distanza d’aria dal porto di Livorno e dal lembo del veneto estuario.

«A sviluppare però sul terreno la linea d’aria accennata per la traccia possibile di una strada, si esigerà segnare una ristrettissima zona di terreno entro la quale la linea possa deviare con

  1. Vedi Studio topografico intorno alla più breve congiunzione stradale fra i due mari nell’altà Italia, mercè un varco esistente nel tronco settentrionale dell’Appennino. Memoria dell’avvocato Carlo Monti, in 8.° di pag. 48. — Bologna, Tipi governativi e alla Volpe, 1845, con una carta topografica.