Pagina:Delle strade ferrate italiane e del miglior ordinamento di esse.djvu/459

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le nazioni che ci circondano attendono ad essi con istraordinaria operosità, noi per iscrupoli morali, e per timori di pericoli economici, rimarremo inoperosi, e dopo aver vissuto qualche tempo stazionari, fatta ragione dell’altrui progresso universale, primeggiante sempre alcune private rovine, le quali sono come i morti e feriti del vincitore in una battaglia (chè quella è pugna industriale) successivamente impoveriremo del tutto, e saremo ugualmente rovinati.

D’altronde, aggiunqesi, volere o non volere, finché vi saranno speculazioni di traffico, vi sarà aggiotaggio; e la cosa è tanto vera, che anche lì dove son leggi proibitive d’esso, quello succede egualmente, non solo di soppiatto, ma nel modo più notorio.

Nella nostra Italia istessa, in fatti, per tacer di Germania e di Francia, abbiamo esempi di società neppure ancora costituite, nè aventi altra concessione tranne quella di fare studi, senza esser certe d’avere quella definitiva, quindi anzi non ottenuta; le quali, abbenchè proibite di spacciare azioni, gran parte però ne aveano di mano in mano collocate.

Tanto fa adunque di permettere ciò che non può vietarsi; perchè almeno non si porge lo scandalo della violazione delle leggi e si può alle Borse, con regole da stabilirsi’, ovviare alle frodi particolari, pìu facili sempre a succedere ne’ contratti clandestini, fatti in frode alla legge, che non in quelli stipulati notoriamente, in modo lecito e legale.

Noi non abbiamo voluto tacere alcuno degli argomenti con cui si pretende, con vario fine, difendere od almeno scusare l’aggiotaggio. Ci proveremo ora a combatterli successivamente.

1.° Si premette che l’aggiotaggio vuolsi distinguere dalla speculazione; della quale esso non che l’abuso; ed a questo riguardo preghiamo i lettori d’aver presente l’opinione invocata dell’economista Chevalier, che abbiamo trascritta alla nota 3 della pagina 70; come si pregan del pari a rammentare quella già da noi esposta al capitolo 8.° del Discorso III.1

  1. Noi preghiamo tanto più caldamente di avvertire a questa essenzialissima distinzione, che, mentre cerchiamo con ogni più efficace argomento di