Pagina:Delle strade ferrate italiane e del miglior ordinamento di esse.djvu/474

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14.° Ancora; doversi ordinare il governo intanto e direttivo di quelle società per modo, che l’interesse degli azionisti, sovente esposti a gravissime giunterie, sia efficacemente cauto; - giovare a tal fine che i più illuminati e facoltosi fra’essi ne siano i direttori; — che la più grande pubblicità accompagni gli atti ed i rendiconti di questi; — e che gli statuti delle dette società, studiati a dovere, approvati previo attento esame dall’autorità legislativa, con opportuna vigilanza di questa, si facciano puntualmente osservare.

15.° Richiedersi a cautela degli interessi del fisco, che siano le corse de’ convogli ordinate in guisa, che men facile con esse

    dovesse praticarsi fra noi, e solo la nostra Penisola avesse a servirgli di tema, come abbiamo già detto, per far cotali baratterie cosa invero poco onorevole. — Recentissimi esempi già citati, occorsi appunto per opera d’esteri speculatori, inglesi specialmente, venuti a chiedere concessioni, le quali, benché reiette là dove si ebbe maggior prudenza, non li trattennero però dal vantarsi con vera impudenza d’averle ottenute od almeno intese, onde carpire ai creduli azionisti, loro connazionali, pagamenti a conto; cotali esempi, dicesi, dimostrano codesta necessità. Perocché, malgrado le solenni mentite fatte dare alle asserzioni loro, essi non cessano di praticare le più attive insinuazioni onde accalappiare nuove vittime delle loro giunterie, le quali dall’estero, poi anche tra noi in fin di conto cotestoro verrebbero ad esercitare. Nè venga dirsi, lo ripetiamo, come fu detto in Francia, che il perseguitar l’aggiotaggio equivale a porre ostacoli alla propagazione del così utile spirito d’associasione; perché anzi le società ordinate con sì immorali raggiri, terminando in rovina, sono il più grande ostacolo ch’esser vi possa contro il progesso delle associazioni suddette. E molto a ragione scrivea tempo fa, là dove sgraziatamente si lasciò più libero il campo a codeste male arti, un uomo egregio di cui trascuraronsi i prudenti avvisi, che, sebben dati in altra occorrenza, pur erano al caso nostro applicabili. — «Guai se ai molti imparaticci del genio industriale che ieri nacque tra noi si aggiungesse a dispersione del povero capitale nostro, anche la mania d’un giuoco senza regole, senza ritegno, senza moralità, senza frutto: giuoco pestifero anche più del giuoco del lotto; perché al libro dei sogni non credono altri che i balordi; ma nei sogni delle argomentazionl proprie, si confidano i sapienti, e sulla presciènza dei fatti politici guadagna un sapiente dì per dì quei centesimi che un altro sapiente perde». — (Gino Capponi, Cinque lettere di economia toscana, pag.1O3).