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RISPOSTA


DEL GOLDONI


AL SIGNORE


STEFANO SCIUGLIAGA


S
CIUGLIAGA, i dolci tuoi carmi sonori

Sciolgono in me la fantasia legata
Dalla comica Musa; e nel mio petto
4Talìa cede gli onori all’alma fuora
Calliope; Madre degli Eroici canti.
Cinto di lauri il crin, col plettro allato
Inni cantar al faretrato Amore,
8Di pacifico ulivo all'ombra arnica,
Veggami il curioso Spettatore;
Dicami; Polissen, tu sei quel desso,
Che l'ingordo, rapace, il falso amico,
12L'Empio, il Mendace, e l'Impostor pingesli?
È non mel creda, se rispondo: Io sono.
Nè per colui vo' mi ravvifi il Mondo,
Che, le vittorie d'Imeneo cantando,
16Seppe infiorar di comici concetti
Le laudi Epitalamiche foriere.
L’aureo fui Tebro grave metro usato
Mi percuote l'orecchio, é in sen mi desta
20L'armonia spenta, qual cetra non tocca
Con giusta ad aste simmetria locata
Risponde a cetra dalle dita scossa.
Degli Esametri carmi andar del pari
24Può sol Endecasillabo spogliato,
Della rima, che snerva il suon robusto;
Qual del divin verseggiatòr latino.
Seppe tradur la maggior opra il Caro.
28Ecco, i numeri scolgo i più concordi
A quei, che meco a stimolarmi usasti;
Mà i detti incolti pareggiar non posso;